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Immagine del redattoreLuigi Genua

La volpe e l’uva - DISSONANZA COGNITIVA


La volpe e l’uva è una favola famosissima scritta da #Esopo, che può dare un insegnamento molto importante: non è costruttivo disprezzare qualcosa solo perché non lo si può ottenere, come fanno le persone che non ammettono di non riuscire in qualcosa, meglio sarebbe, impegnarsi di più al fine di raggiungere l’#obiettivo, con molta pazienza ed umiltà.




“C’era una volta una volpe che vagava tranquilla per il bosco. Aveva appena bevuto ad un ruscello e si stava avventurando in cerca di cibo verso i campi coltivati, appena fuori dal paesello vicino. Era già mattina inoltrata, e la fame iniziava a farsi sentire con sonori brontolii provenienti dal pancino.Ad un certo punto, dopo aver camminato per un po’, vide una bella vigna piena di bellissimi grappoli d’uva. La volpe controllò che non ci fossero pericoli in vista e si avvicinò furtiva ad uno dei grappoli, quello che le sembrava più vicino.Non c’era nessuno nelle vicinanze. Era il momento perfetto per fare un bel salto e prendersi il grappolo d’uva! La volpe quindi prese la rincorsa e… hop! Fece un balzo cercando di afferrare coi denti il grappolo, ma niente: non ci arrivò.La volpe allora prese un po’ più di rincorsa e hop! Fece un altro balzo, ma anche questo non era abbastanza alto per riuscire ad arrivare al grappolo d’uva.La volpe allora provò a prendere una rincorsa ancora più lunga e hop! Niente, non arrivò a prendere il grappolo d’uva.Intanto il suo pancino brontolava sempre più dalla fame. La volpe provò e riprovò. Le mancava sempre un soffio per prendere il grappolo d’uva ma non c’era verso, non riusciva ad arrivarci.Stremata dalla fatica e dalla fame, la povera volpe guardò se nella vigna c’erano altri grappoli, magari più bassi, da poter prendere. Ma niente, erano tutti più in alto di quel grappolo che lei aveva cercato con tutte le sue forze di acciuffare. La volpe diede un ultimo lungo sguardo al bel grappolo d’uva che tanto aveva sognato di mangiare, e per non ammettere di non essere riuscita nella sua impresa, si disse:-Meglio così, tanto di sicuro quel grappolo era ancora acerbo e mangiarlo mi avrebbe solo fatto venire mal di pancia! – anche se sapeva benissimo che non era vero. Così, sconsolata e ancora più affamata, ritornò con la coda tra le gambe nel suo boschetto. Si mise a caccia di qualcos’altro da mangiare, cercando questa volta di adocchiare qualcosa che avrebbe sicuramente preso.”



Una persona che possiede idee o #comportamenti, tra loro coerenti, si trova in una situazione emotiva soddisfacente (CONSONANZA COGNITIVA); al contrario, si verrà a trovare in difficoltà discriminatoria ed elaborativa se le due rappresentazioni sono tra loro contrapposte o divergenti. Questa incoerenza è quella che produce, appunto, una DISSONANZA COGNITIVA, che a questo punto l'individuo cerca automaticamente di eliminare o ridurre a causa del grande disagio psicologico che essa provoca (ad esempio la riduzione dell'autostima); questo può portare all'attivazione di vari processi elaborativi, che permettono di compensare la dissonanza e ripristinare l'autostima.

Generalizzando, la dissonanza cognitiva può essere ridotta in tre modi: producendo un #cambiamento nell'ambiente; modificando il proprio #comportamento; modificando il proprio mondo cognitivo (ovvero il sistema delle proprie rappresentazioni cognitive e delle loro relazioni funzionali interne).

L’esempio di dissonanza cognitiva rappresentato nel celebre racconto La volpe e l'uva, in cui la dissonanza fra il desiderio dell'uva e l'incapacità di arrivarvi conduce la volpe a elaborare la conclusione che "l'uva è acerba”, potrebbe essere paragonato alla percezione di alcune persone o aziende, che ritengono di non avere necessità di #cambiamento o di #formazione, semplicemente perché non inserite tra le proprie priorità di budget.

Meglio ammettere di non potersi permettere la #formazione perché si è preferito spendere il proprio denaro per altro, piuttosto che convincersi di non averne necessità!

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